Edmund e i frammenti perduti di Jeanne (I)

Era finito il tirocinio per molti suoi amici, ma Edmund sarebbe rimasto ancora lì. Sentiva i suoi passi svuotarsi di quel terreno fatto di routine. Non era ancora riuscito a dimenticare colei a cui aveva destinato tante lettere strappate. Andò a salutare Marta, coinquilina di Jeanne. Stava preparando i bagagli e lo fece accomodare nella stanza a fianco, proprio di Jeanne. Seduto sul letto si interrogava se la camera conservasse qualche sospiro per tutti i baci mancati e le frasi senza un punto. Notò che il cestino non era vuoto e, controllando che Marta non ritornasse, diede un’occhiata a quel miscuglio di cartacce come se stesse aprendo uno scrigno. Per lui non era una spazzatura qualsiasi. C’erano tante carte strappate e, su un pezzetto, lesse un nome. Il suo. Aprì lo zaino pieno di cultura e lo riempì di curiosità e battiti accelerati di cuore. Non poteva ricostruire il suo cuore spezzato, ma poteva ricomporre quello di carta di Jeanne.

Edmund e Jeanne sono i personaggi della serie di lettere di Edmund. Per rinfrescarvi la memoria, o conoscerli, date uno sguardo, in ordine come disposte di seguito:
Prima lettera
Seconda lettera
Terza lettera
La lettera di Edmund

Lettera per il cambiamento

“Scriverti in un momento in cui non credo abbia senso, acquista tutto il suo significato più profondo. Diciamo di essere cambiati quando non stiamo cambiando più, e forse questo fa più incazzare. Fa più incazzare questo del fatto che si possa realmente essere cambiati e le persone del passato, che ritornano sempre in qualche modo, non se ne accorgono. O non vogliono accorgersene. Allora eccomi, a dirti che sono cambiato. Sentire il bisogno di sottolinearlo fa capire che le onde che mi spingevano sono ferme, che quando ci abituiamo a questa brezza modificatrice poi non possiamo più farne a meno. Perché ci sentiamo impotenti, inutili. Fermi. E’ davvero inutile essere fermi? Penso che tirare fuori i remi senza aspettare il vento possa essere una soluzione. Non mi vedi cambiato, e non lo sarò mai per te probabilmente. Ma non importa perché non sei più il mio specchio da molto tempo.”

Solitamente ho messo canzoni straniere, ma non posso esimermi dal mettere questa con questo post.

Se tu sapessi (La lettera di Edmund)

Perché tutto acquisti un senso maggiore,prima leggete le lettere di Edmund:

Prima lettera      Seconda lettera      Terza lettera

Cara Jeanne,

per te questa lettera è la prima, ma se tu sapessi quante altre volte ti ho scritto, ho cancellato parole, e ho buttato tutto via, mi prenderesti sicuramente per pazzo. Se tu sapessi le parole in più che ho detto soltanto perchè le tue non fossero le ultime ma le mie potessero abbracciare qualsiasi conclusione di un tuo discorso. Se tu sapessi i passi in più che ho fatto per far sì che le tue impronte sul fango o sulla neve non fossero sole nell’affrontare il freddo.  Se tu sapessi quanto di te ho parlato soltanto perché sapevo che mi avrebbe sicuramente strappato un sorriso il semplice farlo. Se tu sapessi i tentativi del mio cervello di soffocare il mio cuore, fino ad arrendersi e diventare una cosa sola alla fine di quell’inutile lotta.

Se tu non sapessi tutte queste cose io non sarei qui a scriverti senza cancellare, come amavo fare quando tutto era possibile.

Risparmio,inquinamento e ricordi

“Caro amico mio, era da un pò che non ci scrivevamo. So che hai avuto una scossa di recente, ma conoscendoti sono spinto a pensare che hai lasciato di proposito una finestra aperta. Gli spifferi fanno ammalare, e tenere accesi riscaldamenti nello stesso momento fa sprecare soldi ed è inutile. Perché tieni sempre accesa quella luce, la stessa luce, anche se è giorno e non ne hai bisogno? Continui a tenere acceso il motore della macchina anche quando sei fermo perché <vuoi essere pronto ad ogni svolta improvvisa>. Lasci il computer, e non solo, in stand-by perché credi sia più facile che premere off. E continui a lavare più volte al giorno gli stessi panni che vedi sempre sporchi, mettendo la massima potenza, quando potresti buttarli e comprarne di nuovi. Non lasciare che le acque reflue dei tuoi ricordi si gettino nell’oceano inesplorato del tuo futuro senza aver installato un depuratore nel tuo cuore e nella tua mente.”

Molla(r)ci (Parte prima)

“Caro amico mio, su questo non posso essere obiettivo. E’ contrario ai diritti del mollato. Ho avuto tante esperienze e sono stato lasciato nei modi più disparati. Un filo comune è che “lo faccio anche per te”. Altro filo comune è che l’altro dice “ci siamo lasciati” invece è che lui/lei ha lasciato. Un dettaglio che conta, e la tua controparte lo sa più di te.Penso a chi, vedendoti in forma, si autocompiace per il favore. Quelle/i che  si son rimesse/i, proprio nella pausa da relazione che necessitavano, senza parole. “Non troverai nessuno/a come me”. Ma speriamo di no,così dura.  “Non sei più lo stesso”, tuonano le persone che stanno cambiando e cercano di appiopparlo all’altro. “Non sei tu, sono io”, ah si?  Ma c’è una cosa, amico mio, che mi preme dirti: non aver paura di non essere più amato. I confronti son normali, ma ricorda sempre che non si può essere amati allo stesso modo. Non incartarti troppo col passato: scarta il presente e gustati il futuro.” [continua…]

Follia

“Anche io, caro amico mio, ho avuto momenti di esitazione tra una cosa sensata e una follia. L’esitazione uccide l’azione molto spesso, e diventi un cuore sedentario, più che solitario. Ho avuto molte storie, ma in una o due ho fatto veramente delle pazzie. La mia definizione di pazzia per amore? Qualcosa che ho fatto senza pensarci. Senza pensare a come, senza pensare alle conseguenze, ma soltanto avendo in mente lei. Lo sai anche tu, il grande errore è farsi la domanda se vale la pena fare quella pazzia. Ancor prima di aver messo il punto interrogativo perde di significato, ed è un piano. La differenza tra una pazzia e un piano folle è che la prima è realizzabile, il secondo, beh non funziona perchè tu stesso non vuoi. Non significa abbandonare il cervello e seguire solo il cuore. Non devi seguire nessuno. Quante volte, seppur pentendoti, hai sorriso pensando a una follia? Quante volte hai sorriso pensando a quando non hai commesso una follia perchè assurda? “

Missing

“Caro amico mio, l’ultima volta che mi hai scritto mi parlavi di persone – una in particolare ma non la sola – che non si fanno sentire, che non sembrano interessate a un rapporto. Casualmente oggi leggevo sul giornale che ci sono migliaia di denunce di persone scomparse e soltanto una piccola percentuale è stata ritrovata.Mi sono chiesto: tra questi, quanti non vogliono essere ritrovati? Quanti non vogliono essere cercati? Ti chiederai dove voglio arrivare, o forse lo sai anche tu. Quante di queste persone che rincorri vogliono essere trovate? Quante addirittura non vogliono neanche essere cercate? Se sei disposto a usare molte energie col rischio di non trovare o di essere respinto, o peggio ancora di non trovare quello che cercavi, allora amico mio sei sulla giusta strada. Ci sono persone che si nascondono così bene solamente per capire se sei disposto a sforzarti. Ma fai attenzione a ciò che cerchi: potresti veramente trovarlo.”

Non corrisposto

“E sono ancora qui, caro amico mio, perchè continui a interpellarmi. Ci sono domande e cose a cui non so risponderti e temevo mi facessi domande sull’amore e i sentimenti. Di solito la gente aspetta di dare consigli anche su ciò di cui non conosce il significato o non ha avuto esperienza, e l’amore rientra perfettamente in questa categoria. Il mondo è pieno di -senti quello che ti dico-.. Cazzate. C’è una cosa che posso dirti: è vero, il primo amore non si scorda mai, ma ci sono cose che restano ancora più indelebili e sono i sentimenti non corrisposti. Gli amori per cui hai tenuto segreti i tuoi sentimenti e poi rivelati direttamente o meno, sono rimasti lì, nell’aria. Dimmi, pensa al tuo primo amore e guardati allo specchio. Ora pensa a un grande amore non corrisposto, e guardati allo specchio. Quale dei due sorrisi che hai in volto ti dà una sensazione di vita? Sono sicuro il secondo. Amico mio, non dimenticherai mai il primo amore, ma vorresti vivere quello non corrisposto.”

Farfalle

“Eh te lo dico io, caro amico mio, il tempo è una gran cura. Anni sono passati e non ci penso più, non mi sfiora nemmeno l’idea. Sai, guardare vecchie foto non fa più quell’effetto di qualche anno fa, quando le farfalle, che si dice volano nel tuo stomaco nel momento dell’innamoramento, si scontravano tra loro per capire cosa fare e che sensazioni provare. Molte persone sono cacciatrici di farfalle: cercano violentemente di non restare sole, si spingono in prati fioriti e non aspettano di essere avvicinate ma si lanciano con il retino. Molti le collezionano senza apprezzarle. Ma non importa. Ho rivissuto l’episodio <farfallesco> quando le ho visto un anello al dito. Una farfalla aggressiva. Ma, caro amico mio, per quanto possa far male, io continuerò a riempire il mio stomaco di cibo e vino e lascerò che qualsiasi tipo di farfalla sia talmente ubriaca da non avere il tempo di farmi esporre come un tempo. Questo è per me l’amore adesso: farfalle ubriache.”

Terza lettera di Edmund

Dolce Cara Jeanne,

ti amo ho finalmente ricordato trovato il coraggio  le parole quella canzone che avevamo ascoltato alla festa di Eloise e che mi fa sempre pensare al nostro incontro ricordare il tuo corpo che si muove  quanto fossi attratto fisicamente il tuo modo strano di ballare. Non mi hai mai raccontato molto della tua vita, tutti hanno un lato oscuro  perchè diavolo hai paura di parlare di te? il tuo essere discreta è una delle qualità che più ammiro apprezzo in una donna un’amica.  Vorrei chiederti se  sei impegnata  possiamo baciarci sotto l’albero semi-spoglio qui vicino accetterai il mio cuore vuoi venire in centro a bere qualcosa con me”

– Dovrebbe andare bene. Per il cestino. – Strappò la lettera.

Per leggere la seconda lettera di Edmund: https://dodicirighe.wordpress.com/2012/09/23/seconda-lettera-di-edmund/

Voci precedenti più vecchie Prossimi Articoli più recenti