Ragazzo egoista al binario

Vorrei dirti che spero che i sedili siano comodi per poter accogliere la tua schiena. Che la temperatura sia giusta, che non sudi e non ti debba coprire. Vorrei dirti che spero arrivi il carrello con qualcosa da bere e qualche snack per allietare il tuo palato. Vorrei dirti questo e altro mentre ti osservo dal binario di questa stazione. Mentre ti vedo cercare il posto che spero tu non troverai mai, perché quello giusto è accanto a me. Vorrei augurarti buon viaggio, mentre asciugo le tue lacrime sulla mia maglietta estiva. Vorrei dirti che il mio petto odora ancora di salsedine e del tuo shampoo, che le mie mani sanno ancora della tua pelle e della crema protezione ottocentomila. Che il tuo pianto è arrivato alle mie labbra, che non hanno mai toccato le tue. Ma io sono solo un ragazzo egoista su un binario, che saluta una ragazza su un treno, con sorrisi di circostanza e un macigno sul cuore.

A/R

Non ci sarebbe bisogno dei ritorni

se non si andasse via.

Dopo tanto tempo posso dire che ho aggiornato la playlist 🙂

Latte intero

Di tutte

le lacrime versate

quelle

per me stesso

sono le poche

di cui son certo

di non pentirmi.

Anche se,

non sempre,

hanno portato

a qualcosa.

Mine

Il cuore

è un campo tempestato

di mine disattivate,

posizionate soltanto

per capire

chi è davvero pronto

a rischiare tutto

per ascoltarlo davvero.

Tsunami cardiaco

Si dice che, prima di morire,
il cervello mandi una scarica
chiamata tsunami cerebrale che investe tutto il corpo
prima della fine.
Quando finisce una storia
io credo che ci sia una sorta di
tsunami emotivo,
o tsunami cardiaco,
che manda un’ultima scarica
prima della fine
per farci dire che
almeno, fino all’ultimo,
ci abbiamo provato.

Vorrei dirti (per n. E.)

Vorrei dirti che questo nome che porto, e che da bambino mi creava problemi perché poco comune, ormai mi fa gasare tantissimo e si presta ad un’infinità di soprannomi e nomignoli che mi fanno sentire sempre in intimità con le persone. Vorrei dirti che non ho preso più un paninello all’olio dall’ultima volta che siamo andati assieme al forno, proprio quello vicino a quella farmacia, e abbiamo attraversato la città per tornare a casa. Che ricordo quando volevi comprare le bombette ma poi abbiamo capito che non era il caso. Vorrei dirti che ricordo quando rimasi male per la morte del mio anatroccolo ma so che non è stata colpa tua e che gli hai dato degna sepoltura – alla quale porgevo omaggio quando venivo a casa vostra. Guardo le tue foto sorridenti assieme a me vestito da indiano, e vorrei dirti che quella spina messa male non era stata una mia responsabilità. Ricordo che il tuo rimprovero, seppur amorevole, è stata la nostra ultima vera conversazione. E che questa cosa continua a tormentarmi dopo decenni. Ricordo il nostro ultimo sguardo, il tuo volermi parlare a tutti i costi. E nel mio cuore penserò sempre che volessi dirmi che sapevi che non era colpa mia aver messo la spina della luce in modo sbagliato. E mi va bene così.

Il lungo abbraccio della notte

Il lungo abbraccio della notte
ti prende all’improvviso
quando pensi di non averne bisogno.
Il lungo abbraccio della notte
prende a pugni i sognatori,
accarezza le speranze più nascoste,
ti fa decidere di non decidere.
Il lungo abbraccio della notte
si inebria e ubriaca di oscurità
illuminando ogni voglia distruttrice,
galvanizzandola,
fino a farci dubitare di noi stessi.
Il lungo abbraccio della notte
ti sembra empatico,
ma ti zittisce
quando gli fai notare
come ti fa sentire la sua presenza.
Il lungo abbraccio della notte
non lo vorresti mai,
ma ti lasci scaldare
dal pensiero che almeno questo buio, domani,
ti faccia venir voglia
di volerti un po’ più di bene.

Quella fase

In quella fase in cui sono più gli anniversari

dei compleanni.

Dove le candele spente non sono sulle torte

ma sui marmi.

Dove la terra si spera sia lieve

ma non per piantare fiori.

Nella fase dove chiudi gli occhi,

ti svegli all’improvviso

e non vuoi raccontare cosa hai sognato.

Dove non vuoi dormire

per non dimenticare, per non perdere tempo.

Dove è meglio tardi che mai

ma quando è tardi,

è tardi.

Parabeni, paremale

Ricordo quanto tempo perdessi

a leggere le etichette dei prodotti

del tuo bagno

per trovare il coraggio di parlarti

quando mangiavamo

a casa tua.

Conosco a memoria

la composizione dei profumi che metti

quanta la frutta nel tuo shampoo

e se hai parabeni sulla pelle.

Ma non conoscerò mai

il sapore di un tuo bacio.

Controsenso

Dove avevi messo
passo carrabile,
ci parcheggiavo sempre
il mio cuore.
Dove mettevi un limite
io lo superavo sempre.
Del resto,
anche quando amarti
era controsenso,
io sono andato dritto
per la mia strada.

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