Il tempo è un’invenzione di persone incapaci di amare (Anonimo)
“Era mia abitudine parlare per ipotesi, per incertezze. I miei “forse” erano fatti di cemento armato, pilastri su cui costruire castelli di “magari” e “chissà”. Ho mascherato i miei dubbi con un falso ottimismo che nascondeva una grandissima fragilità. Mi sono ingannato da solo ogni volta che pensavo fosse quella giusta, così vicina a me come due nuvole viste da terra ma che hanno chilometri di distanza quando poi metti le ali e fluttui nella tua estasi. E così finivo per imperativizzare un emozione. Prospettive certe che in realtà erano costruite su gelatine di costrutti improbabili, mattoni imperfetti di condizionali e passati che tornavano. Così, ad ogni caduta, le mie labbra e la mia bocca asciutta venivano di nuovo colpite da congiuntiviti verbali. Ma poi, poi sei arrivata tu. E ogni congiuntivo con te è diventato presente che mi ha reso felice anche se non aveva futuro”