La casa dove abitavi è il luogo dove sei cresciuto ed è fatto dall’evoluzione dei posti dove prima riuscivi a nasconderti e ora no e quelli che non riuscivi a raggiungere, perché troppo alti e pericolosi, e ora ci arrivi con tuo grande orgoglio di conquista. Il letto a castello, la stanza divisa coi fratelli. Lo studio dove studiavi e facevi anche finta, la stanza dei tuoi dove ti rifugiavi quando avevi un brutto sogno o ti annoiavi. I bagni da occupare a scapito degli altri, da dove urlavi di portarti la carta igienica quando finiva. Le finestre dove ti affacciavi e da dove si affacciavano per darti indicazioni. Ottenere il tuo mazzo di chiavi per quell’universo familiare era importante e ricordo con quanta cura tenevo il mazzo legato al buco della cintura quando andavo in bicicletta da bambino o incastravo nel freno. La casa è fatta dalle persone che ci hanno abitato, ma come puoi dimenticare il corridoio che hai percorso a mille all’ora, le stanze dove entravi in punta di piedi di nascosto, facendo baccano, sbattendo porte. La porta del ripostiglio che usavi per segnare la tua altezza che ad un certo punto si è fermata e neanche stando in punta di piedi potevi più barare. La casa è la cucina dove hai potuto assaggiare di tutto, dove hai sporcato, sei stato imboccato e tornando da scuola tornavi tutto pronto. Il luogo che sceglievi al posto di mangiare fuori. Ma non solo per risparmiare, ma perché era casa. Dove hai fatto merenda tornando dal calcio.
La casa è quella che disegnavi da bambino coi tuoi amici ed esternamente erano tutte uguali: quadrati per il corpo, triangoli per i tetti, finestre regolari. Ma per te non era uguale, la casa era la tua. Intonaco, colore, numero civico che impari a memoria assieme al tuo nome e cognome perché è delle tue generalità.
Il profumo di casa, il profumo dei mobili, che hanno quell’aura di capello bianco come se stessero invecchiando con te, intrisi di ricordi che hanno proprio quell’odore e se chiudi gli occhi ti passa avanti tutto con uno scorrimento lento perché non vuoi che sparisca. Vorresti immergerti in uno di quei ricordi, nei primi passi, tornare indietro nel tempo.
La casa è questo e molto altro. Non posso in poche righe dire cosa sia la casa per me. Quella casa. La casa è fatta dalle persone, ma anche da queste cose materiali che ti ricordano l’immateriale.
Non chiamatemi superficiale per queste mie parole, a meno che non lo pensiate ancora dopo aver toccato la superficie della vostra casa e non riusciste a provare nulla.
Casa (più di dodici righe)
09 Ago 2016 18 commenti
Ago 09, 2016 @ 20:01:44
Gli inglesi hanno due parole per definire la casa : home e house. Per loro i muri rimangono tali, non c’è nulla di affettivo. La nostra parola casa, da sola, vale molto di più.
Ago 18, 2016 @ 17:20:25
siamo un po’più sentimentali 😉 con tutto il rispetto per il buon shakespeare e tanti altri romanticoni britannici!
Ago 09, 2016 @ 20:53:10
ricordi, ricordi, e ancora ricordi Ricordi della casa e di tutto l’universo che ci ruotava intorno.
Ago 18, 2016 @ 17:20:57
un microcosmo tutto nostro
Ago 18, 2016 @ 19:19:45
😀
Ago 09, 2016 @ 21:49:28
Bellissimo questo pezzo
Ago 18, 2016 @ 17:21:18
grazie ! 🙂
Ago 09, 2016 @ 21:52:45
Non so se ti ho inteso…
https://papillon1961.wordpress.com/2014/10/23/gli-oggetti-che-parlano/
Ago 18, 2016 @ 17:21:57
direi proprio di sì 😉
Ago 10, 2016 @ 11:12:37
Ago 10, 2016 @ 22:28:06
Ma che meraviglia hai scritto!!!
Ago 30, 2016 @ 23:06:54
grazie! 🙂
Ago 13, 2016 @ 09:37:04
Scusami, ho qualche dubbio sull’ultima frase: mi sembra scorretta grammaticalmente.(il finale “e non riusciste a provare nulla).
Ago 19, 2016 @ 08:16:49
“mi irrita il vittimismo, nel trovare giustificazioni assurde, esogene direbbero quelli che scrivono bene (io) rispetto a limiti fisici o psicologici personali.”
Leggendo questa frase, l’ho amata profondamente, signor PNV. Ed ero pure d’accordo con lei! Un post strepitoso, complimenti.
Mi scusi, signor Curi, ma io dal signor PNV non riesco a commentare da anni.
Ago 19, 2016 @ 08:39:45
Grazie Silver Silvan!
p.s. mi scuso anche io con Curi per lo sconfinamento nel suo blog
Ago 29, 2016 @ 13:06:22
Carissimo..sono senza parole..emozionante davvero !
Manu
Ago 30, 2016 @ 23:05:10
E’ la stessa casa dove sentivi il cucchiaino del caffé la mattina nei tuoi ricordi scritti nel tuo bellissimo libro vero ?
Mi pare di essere lì..la tua descrizione e le tue emozioni sono travolgenti.
Manu e la crew 🙂
Ago 30, 2016 @ 23:12:32
Cara manu ricordi bene 😉 grazie mille di cuore e un grande saluto a tutta la crew!