Non una storia, ma una dedica


Questa volta non ho una storia, ma ho una dedica. Una dedica a quei momenti in cui mi ero rotto delle nostre discussioni, chiudevo la porta, aprivo la finestra, perché l’aria in casa era diventata irrespirabile. A quelle volte in cui guardavo i miei amici single e li invidiavo, per i loro pochi pensieri, e la loro libertà. Che poi, anche io ero libero. Una dedica a tutti quei momenti in cui avevi ragione ma io non volevo avere torto e cercavo di zittirti. A tutte le volte in cui volevo farcela senza di te. A tutte quelle volte che,non facendocela, non ti ho chiesto aiuto per non sembrare dipendente. A quelle volte che non ho capito i tuoi sforzi, che li ho misurati ai miei e rinfacciavo un peso minore sulla mia bilancia ideale. A quelle volte che mi hai confidato e confessato le tue debolezze e io, ipocritamente, ti ho guardata con disprezzo. Ai miei e ai tuoi dubbi che, aldilà di tutto, ci hanno reso uniti per quel tempo che ci siamo concessi.

Playlist aggiornata con una canzone che è perfetta cornice del post 😉 Ascoltatela!

69 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Carlo Galli
    Giu 04, 2014 @ 21:23:02

    Sempre bellissime righe 🙂

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  2. belindaraffaeli
    Giu 04, 2014 @ 21:28:46

    Mi dai il link della play? Thks. Si si tutto uguale!:-)

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  3. ninjalaspia
    Giu 04, 2014 @ 21:32:02

    …una dedica a quei momenti di apparente miopia che in realtà han illuminato l’uomo di oggi. Grazie a lei 😉

    Rispondi

  4. kalosf
    Giu 04, 2014 @ 21:37:02

    Belle righe!

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  5. tramedipensieri
    Giu 04, 2014 @ 21:47:43

    Bella dedica…da consegnare e rileggere tutte le volte che è necessario aprire la finestra…spero poche..

    Buon domani
    .marta

    Rispondi

  6. zuccazoe
    Giu 04, 2014 @ 22:07:36

    A chi la dedichi?!

    Rispondi

  7. manutheartist
    Giu 04, 2014 @ 22:11:29

    Quello di mettere sui piatti di una bilancia ideale i reciproci sforzi credo sia il mio peggiore difetto. Come se ne esce? 😉

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  8. arsomnia
    Giu 04, 2014 @ 22:31:40

    “A quelle volte che non ho capito i tuoi sforzi, che li ho misurati ai miei e rinfacciavo un peso minore sulla mia bilancia ideale. A quelle volte che mi hai confidato e confessato le tue debolezze e io, ipocritamente, ti ho guardata con disprezzo”….
    ecco, mi chiedo perché quando si ama qualcuno bisogna combatterlo in qualche modo, perché da fastidio se è migliore, perché c’è questo “gioco” di superiorità… Quando ami qualcuno bisognerebbe andarne fiero, di com’è, della sua sensibilità, intelligenza, caparbietà nel cercare di riuscire nei suoi intenti…
    Cmq bello scrivere il tuo, sempre 🙂
    .. la tua playlist abbraccia un tempo lungo :D… ci sono i giganti, ma dai 😉

    Rispondi

    • Curi
      Giu 04, 2014 @ 22:37:06

      Penso che possa accadere di avere un complesso di inferiorità/superiorità, di sentirsi migliore o non all’altezza possa capitare in quasi tutte le relazioni sia di coppia che di amicizia. Sta poi al singolo decidere come reagire a questo impulso distruttivo per sè stesso e per gli altri 🙂
      Grazie per l’apprezzamento anche della playlist! Eh lo so abbraccia molti anni, ma forse non tutti i generi (almeno per adesso)! Per i Giganti devo ringraziare un cd che ho ascoltato in macchina tanti anni fa 🙂

      Rispondi

      • Silver Silvan
        Giu 04, 2014 @ 22:59:11

        No, non credo sia questo. Quanto descrive credo capiti alle persone che sono abituate a gestire e controllare le situazioni. Quando non ci riescono devono per forza ricondurle a qualcosa di noto, quindi controllabile. Un po’ lo stesso disappunto che si prova ad avere una padella troppo piccola per una frittata troppo grande, fa innervosire. Inferiorità, superiorità, non c’entrano un tubo. Ma stiamo parlando di adulti o di adolescenti?

      • Curi
        Giu 04, 2014 @ 23:02:04

        Direi entrambe le fasce d’età 🙂
        Quello di inferiorità e superiorità era un esempio, sono certo che per ognuno che legge c’è un riferimento diverso 🙂

      • Silver Silvan
        Giu 04, 2014 @ 23:09:01

        Non ne dubito. Nei suoi post è difficilissimo trovare l’entrata e l’uscita, non a caso. Quanto al brano, preferisco la versione più drammatica della Mannoia, anche se non è tra i miei preferiti, da sempre. Non so perché, l’ho sempre trovato lugubre. Sarà la tonalità.

  9. Lorena
    Giu 04, 2014 @ 22:53:35

    Ce ne fossero di uomini così, che si rendono conto di queste sfumature…

    Rispondi

  10. Laura
    Giu 04, 2014 @ 23:10:44

    Una gran bella dedica, spero serva per dare maggior importanza a quei momenti che magari correvano troppo in quel momento. La canzone è bellissima…anche lei, assieme ai “momenti” a cui dedichi lo scritto.

    Rispondi

  11. deborahdonato
    Giu 05, 2014 @ 03:50:20

    Parole belle, ma soprattutto vere. Io penso spesso alla “maledizione” della nottola di Minerva di Hegel: la comprensione arriva quando si è concluso un evento. È una delle note più tragiche ma anche comiche dell’esistenza, che ci condanna ad essere sempre improvvisatori. Un caro abbraccio

    Rispondi

  12. ilgattosyl
    Giu 05, 2014 @ 05:23:30

    dodici amare righe. Dicono meglio tardi che mai…non è sempre così, ma spero per te che questo sia il caso.

    Rispondi

  13. fimoartandfantasy
    Giu 05, 2014 @ 05:25:46

    È sempre dopo che ci si rende conto di certe cose… A volte, quel “dopo” è troppo tardi.
    Un soffio!! 😊

    Rispondi

  14. Silvia
    Giu 05, 2014 @ 05:59:16

    Bellissima dedica…..peccato che tante cose si capiscono solo dopo 🙂
    Buona giornata!

    Rispondi

  15. diamanta
    Giu 05, 2014 @ 05:59:23

    La frase “ma io non volevo avere torto e cercavo di zittirti” è una splendida ciliegina di questa dedica fatta di parole e panna

    Rispondi

  16. Essenze di me
    Giu 05, 2014 @ 06:12:43

    Profonde e vere!
    Una confessione molto forte

    Rispondi

  17. cinziarobbiano
    Giu 05, 2014 @ 06:47:07

    meglio o peggio? siamo quello che siamo. l’altro è quel che è. ho visto tante e tanti voler cambiare l’oggetto dell’innamoramento: avevano bisogno di un altro altro per spostare il problema da se stessi.

    Rispondi

  18. amoreplatonico
    Giu 05, 2014 @ 07:27:08

    Spalanca le finestre, tutte quante, ma non buttare via i momenti e i ricordi. Penso che poi ciò che deve arrivare arriverà a chi di dovere 😉

    Rispondi

    • Curi
      Giu 05, 2014 @ 09:22:19

      Grazie amoreplatonico! Il tuo commento, come il post, lo dedichiamo a coloro che vivono situazioni simili 🙂 Io, magari, non ne rientro 😉

      Rispondi

  19. sfogliatella
    Giu 05, 2014 @ 08:05:01

    Sempre bello leggerti Curi 🙂
    Buona giornata a te.
    Mary

    Rispondi

  20. stefysan
    Giu 05, 2014 @ 11:39:13

    *Feel her heart crushing*
    “A quelle volte che mi hai confidato e confessato le tue debolezze e io, ipocritamente, ti ho guardata con disprezzo.”
    Facendo leva sulla vergogna, ma vedendo te stesso allo specchio, magari.

    Rispondi

    • Curi
      Giu 05, 2014 @ 11:42:15

      Ciascuno di noi allo specchio, anche se in prima persona non significa autobiografico 😉
      Non voglio generalizzare, ma penso sia un po’ nella natura umana e delle relazioni avere qualcuna di queste componenti a cui ho dedicato il pezzo 🙂
      a presto!

      Rispondi

  21. Viaggiando con Bea
    Giu 05, 2014 @ 12:16:09

    Bellissime le tue parole!!
    “A quelle volte in cui guardavo i miei amici single e li invidiavo” invidiavo??? e per cosa? Per potersi concedere qualche avventura in più?? E dove lo mettiamo il batticuore, la tremarella alle gambe che si prova quando ami veramente e non puoi fare a meno di quell’amore. Che romanticona!! Ciaooo Bea

    Rispondi

    • Curi
      Giu 05, 2014 @ 12:18:50

      Hehe suvvia suvvia Bea non facciamo i santi! 😀 Sto scherzando, ovviamente ma è un modo come un altro per dire che in una relazione ci possono essere momenti di basso coinvolgimento e distrazione ma non significa non amare più. Sono un romanticone anche io comunque, sennò non sarei qui! 🙂
      ciao ciao e grazie ancora!

      Rispondi

  22. fulvialuna1
    Giu 05, 2014 @ 13:25:31

    Peccato essere tanto presi da noi da non guardare a fondo l’altro…forse solo una convenienza per restre liberi, ma da cosa ce lo dobbiamo domadare a fondo. Peccato non aver dedicato queste parole quando lei ancora c’era.
    La canzone è bellissima, anche se la preferisco cantata da Fiorella.

    Rispondi

    • Curi
      Giu 05, 2014 @ 13:32:25

      Anche Fiorella non scherza, lo so. Ma personalmente preferisco la voce Ruggeriana per questa volta 😉 Speriamo sempre di essere in tempo !:)

      Rispondi

  23. Helena
    Giu 05, 2014 @ 16:06:58

    io mi inchino davanti ai mea culpa e ricomincio da capo.
    Non indico, suggerisco.
    Un sorriso e un saluto Curi

    Rispondi

  24. 10minutiblog
    Giu 05, 2014 @ 21:34:11

    Quello che mi affascina di più dei tuoi articoli è il modo in cui in 12 righe riesci a dar forma a spaccati di vita di gran lunga più articolati! Veramente, ancora complimenti!

    Rispondi

    • Curi
      Giu 05, 2014 @ 21:36:15

      Ciao! 🙂 Grazie mille, sono contento di quello che dici perché è proprio quello che cerco di fare! Purtroppo a volte devo semplificare o accelerare un po’ le cose, ma mi fa piacere che il risultato sia accettabile dai lettori 😉
      Grazie ancora!

      Rispondi

  25. DeathEndorphin
    Giu 05, 2014 @ 21:43:15

    Da rileggere, ogni volta che si ci trova in quei momenti.

    Rispondi

  26. ondalunga
    Giu 06, 2014 @ 07:08:41

    molte persone dovrebbero leggere queste righe e meditare 🙂

    Rispondi

  27. gelsobianco
    Giu 22, 2014 @ 00:32:36

    Splendide righe di dedica contenenti molti punti su cui dovremmo riflettere.
    La chiusa è perfetta nella sua sottilmente triste verità.
    Giustissima e bella la canzone.
    ❤ E non vi è retorica nelle tue dodici righe!
    gb

    Rispondi

    • Curi
      Giu 22, 2014 @ 18:35:57

      Ruggeri non tradisce 😉 lungi da me fare il moralista, ma credo che alcuni punti siano comuni e magari anche chi li scrive dovrebbe pensarci 🙂
      grazie gb!

      Rispondi

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