Jet lag mentale


Ricordo il mio volo di tanti anni fa. Quella strana sicurezza di partire mescolata alla totale assenza di cognizione di quello che stava per succedere. Appena ritornavo, la prima domanda che mi facevi era quando sarei ripartito. “Ho avuto la sensazione che passiamo più tempo a dire -arrivederci- che a vederci”*. Soffrivo di una sorta di jet lag mentale, nonostante l’orario invariato. E sembrava che anche tu ne soffrissi, pur restando ferma. Non c’era mai tempo sufficiente per riabituarsi all’altro. Tutta l’assenza che si provava nella distanza si trasformava in un osservarsi paralizzante. Per notare cambiamenti, per notificare i cambiamenti, ed eventualmente incolpare l’altro per quei cambiamenti. La paura del non riconoscersi, il non volerlo ammettere a volte. Perché se uno cambia e l’altro no, è un male. Ma nonostante tutto, sorrido ancora pensando a quei singoli istanti in cui ci ritrovavamo negli occhi dell’altro e sembrava che non ci fossimo mai separati.

Citazioni tra virgolette tratta da “L’appartamento spagnolo”

Playlist aggiornata! 😉

81 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. velvetlust
    Mar 15, 2014 @ 11:52:06

    Esattamente la sensazione che provavo quando tornavo dall’uomo di allora..Il restare immobile per dare il tempo alla tua anima di riconoscere il suo odore.

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  2. gattaliquirizia
    Mar 15, 2014 @ 12:14:56

    concordo, Velvet 🙂

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  3. belindaraffaeli
    Mar 15, 2014 @ 12:36:33

    Com è vero..

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  4. robertoferro
    Mar 15, 2014 @ 12:57:39

    Racconto breve, lineare ed incisivo! Partire è viaggio ma anche talvolta domanda: quando ripartirò… Questo materialmente perché con l’anima possiamo sempre viaggiare..

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  5. mfantuz
    Mar 15, 2014 @ 13:52:08

    Grazie per i tuoi racconti che ci raccontano sempre spaccati di vita vissuta, e grazie per la tua favolosa play list. Continua sempre così.

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  6. rinaldoambrosia
    Mar 15, 2014 @ 14:02:36

    bel jet lag di scrittura…

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  7. tramedipensieri
    Mar 15, 2014 @ 14:12:47

    Essenziale e esaustivo….complimenti!

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  8. Ronny Tresor
    Mar 15, 2014 @ 14:26:11

    Bellissimo. Brividi.
    Ronny

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  9. ili6
    Mar 15, 2014 @ 14:46:25

    E’ il rischio della lontananza, delle separazioni forzate.
    Beh… non che stando sempre incollati ci sia assoluta garanzia di proseguo perchè i cambiamenti e le crescite sbilanciate sono comunque in agguato.
    Leggendo vien da chiederti: ma poi come è finita?

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  10. Silvia
    Mar 15, 2014 @ 15:09:29

    molto bello…..buon fine settimana 🙂

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  11. Acidella
    Mar 15, 2014 @ 15:16:08

    Tutti abbiamo avuto (o avremo) una storia a distanza. E’ stabilito da qualche parte.

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  12. bortocal
    Mar 15, 2014 @ 15:47:49

    chi si abitua a viaggiare molto sa che deve lasciarsi tutti i legami sentimentali stabili alle spalle.

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  13. fimoartandfantasy
    Mar 15, 2014 @ 19:24:15

    Secondo me è sbagliato dire che se uno cambia e l’altro no, è un male. Ma chi è che non cambia mai nel corso della vita?
    Quando due persone si lasciano, e come motivazione sbandierano quella del “siamo cambiati troppo”, a me viene sempre un po’ da sorridere.

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  14. Patrizia M.
    Mar 15, 2014 @ 21:28:20

    Le lontananze forzate spesso dividono, ma molte volte uniscono più fortemente.
    Molto bello, si legge piacevolmente.
    Ciao, Patrizia

    Rispondi

    • Curi
      Mar 15, 2014 @ 21:29:57

      In un certo senso è vero che rafforzano il rapporto, si perde un pò di quotidianità – e può risultare a volte fatale.

      Grazie mille Patrizia!

      Rispondi

  15. laulilla
    Mar 15, 2014 @ 21:32:23

    Non è sempre vero che sia necessario cambiare insieme, né è sempre vero che in caso contrario la vita di coppia ne soffra. Ogni cambiamento è ossigeno per la coppia. Le esperienze, proprio perché diverse, di solito arricchiscono entrambi, perché la coppia è fatta di due individui, non di due replicanti. I timori e le trepidazioni riflettono l’insicurezza di un amore nascente, ma di solito, se durano, rendono la coppia assai precaria. Almeno secondo me. Una attenta indagine psicologica, retrospettiva, detta molto bene, con una citazione molto azzeccata.
    Bravo!

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    • Curi
      Mar 15, 2014 @ 21:35:34

      Grazie laulilla! (: Il racconto non voleva essere un’accusa ai cambiamenti dei singoli, io sono a favore del cambiamento. Era semplicemente una riproposizione di come alcune paure del cambiamento possono venire fuori, destabilizzare e a volte si preferisce nasconderli. Come dicevano in una serie tv “Diverso non significa peggiore, vuol dire solo diverso”. Penso che la paura che l’altro cambi non sia tanto difficile da riscontrare. Il proprio cambiamento è diverso, ma vederlo nell’altro al proprio rientro dopo tanto tempo non è sempre facile da accettare.
      Grazie ancora!

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  16. Silver Silvan
    Mar 16, 2014 @ 08:28:10

    “Perché se uno cambia e l’altro no, è un male.”

    Una delle frasi più orribili che abbia letto. Come se fosse obbligatorio seguire la scia di qualcuno, per tenerselo accanto. Sa di prostituirsi.

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  17. caterina rotondi
    Mar 16, 2014 @ 08:52:53

    Mi sono ritrovata in tutte quelle sensazioni,solo che io ritrovavo e’perdevo ogni volta la mia grande famiglia,e’quel senso di nostalgia e tristezza di cio’che si perde non ti abbandona mai.Ciao Curi.Caty

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  18. fulvialuna1
    Mar 16, 2014 @ 20:24:38

    Difficile “sincronizzarsi” a volte….

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  19. Andrea Dévis
    Mar 16, 2014 @ 21:55:32

    Conosco bene la sensazione. A volte disarmante, ma indispensabile per crescere; innanzitutto come individuo.
    Ciao!

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    • Curi
      Mar 16, 2014 @ 21:56:51

      Ciao Andrea! Concordo sulla crescita come individuo, nonostante tutte le fatiche alla fine si matura anche attraverso esperienze di questo tipo (:

      Grazie per essere passato! spero di beccarti ancora 😉
      Curi

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  20. jalesh
    Mar 16, 2014 @ 22:50:39

    Grazie per essere passato buonanotte un sorriso

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  21. Silver Silvan
    Mar 16, 2014 @ 23:43:55

    Ogni volta che leggo “un sorriso” visualizzo uno morto carbonizzato. Sarà niente …

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  22. Frator-solovignette
    Mar 16, 2014 @ 23:48:55

    Ormai diventa un’abitudine passare di qui e trovare queste misture di passiione e ricordo. Belle, con una giusta dose di melanconia che lascia sospesi tra lo stupore e il sogno….

    Rispondi

    • Curi
      Mar 16, 2014 @ 23:53:39

      Ciao frator! non sarò certo io a interrompere questa piacevole abitudine di ritrovarti qui 😉 sono contento che ti piacciano le cose che scrivo, la melanconia ce l’ho un pò nella penna ma non è tristezza per fortuna (: è fonte di ispirazione 😉
      a presto e grazie ancora!

      Rispondi

  23. gelsobianco
    Mar 17, 2014 @ 01:52:21

    “Lasciarsi” per, poi, ri_trovarsi è splendido.
    Purtroppo non sempre ci si ri_trova.
    E non è necessario stare lontani fisicamente per “lasciarsi”.
    E ognuno continua a cambiare. Non si può restare fermi.
    E’ necessario che i cambiamenti reciproci possano sempre integrarsi.

    Sorrido con malinconia alla tua chiusa.

    Citazione perfetta.

    Bravo Curi!
    Grazie.
    gb

    Rispondi

  24. salinaversosud
    Mar 17, 2014 @ 14:59:07

    “Mi sono visto di spalle che partivo…”

    Se ti chiedessi di ascoltare Anime Salve di De André?!

    Rispondi

  25. tasti
    Mar 17, 2014 @ 21:50:30

    ok… Curi… adesso basta: io ti ri-conosco. ma non importa, va bene così… e se poi non fosse.. non importa bis.. sarà che mi ricordi un altro… che in poco più di dodici righe sapeva dire. Come te. Anche tu sai dire i singoli istanti. Bello.

    Rispondi

    • Curi
      Mar 17, 2014 @ 21:55:10

      Ciao tasti! Mi spiace ma… sono sicuro al 100% che mi stai confondendo con qualcun altro (: Sono comunque contento che le mie dodici righe ti comunichino qualcosa e che ti piacciano 🙂

      Rispondi

      • tasti
        Mar 17, 2014 @ 22:00:21

        Curi… vada per il tuo 100%, non importa, dev’essere l’eco… e sì, di nuovo, sarà che io- e moltissimi altri – in 12 righe non riusciamo a scrivere nemmeno la lista della spesa… sempre un piacere leggerti! 🙂

      • Curi
        Mar 17, 2014 @ 22:01:30

        Io la lista della spesa ho provato a scriverla, anche in meno di dodici righe, ma ammetto che è una mia debolezza e mi ritrovo sempre col carrello pieno! 😀
        Anche per me è un piacere leggerti! 😉

      • gelsobianco
        Mar 17, 2014 @ 22:07:00

        Curi, quanti credono di ri_conoscerti!
        Mi incuriosisce questo!
        Sorrido a te e a chi comprende che non ha importanza tutto questo come “tasti”, per esempio.
        gb

      • Curi
        Mar 17, 2014 @ 22:08:18

        Eh si, è una cosa curiosa! 🙂

      • gelsobianco
        Mar 17, 2014 @ 22:13:05

        🙂

    • Silver Silvan
      Mar 18, 2014 @ 00:06:24

      Ha ragione. Giocano alla roulette russa. In comune hanno il fatto che sono russi, altrimenti giocherebbero un altro tipo di roulette. Insomma, quello che le suona familiare è l’accento russo. Nient’altro.

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  26. guido mura
    Mar 18, 2014 @ 06:52:02

    Pezzo perfetto. Ma la citazione non era tratta da quella famosa comica di Stan Laurel e Oliver Hardy? Arrivedorciiiiii ! 😀

    Rispondi

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