“Volevo scriverti, non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Io non sono mai stato senza di me e quindi non lo so. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronto lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi e venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perchè sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stesso per poter ricordare te.” S. Kierkegaard – Diario di un seduttore
Non so se Kierkegaard si rivolterà nella tomba, ma una canzone l’ho messa comunque 😉

Ago 14, 2013 @ 09:19:40
Quante beghe mentali!
Ago 14, 2013 @ 09:25:33
Un gran bel pezzo secondo me (:
Ago 14, 2013 @ 13:24:52
Vuole sapere come sto senza di lei? Seduta!
Ago 21, 2013 @ 21:05:05
Con rispetto parlando, Kierkegaard era un povero depresso che ha avuto una vita particolarmente sfigata (a parte il fatto che è stato l’unico dei suoi fratelli a sopravvivere al padre, il che non è propriamente una sfiga). Non sposò la sua compagna per paura di trasmettere ai suoi figli la sua sfiga, e ho detto tutto.
Ago 21, 2013 @ 21:13:29
Dovessimo fare un processo alla vita degli artisti, filosofi e così via, saremmo davvero fregati! (:
In ogni caso, non era un post di elogio alla sua vita ma ad un pezzo di un libro che mi è molto piaciuto 😉
Ago 22, 2013 @ 16:58:34
Ciononostante, condivido il primo commento di Silver Silvan!