Si lasciava cullare dai ricordi di quella sera in cui tutto poteva immaginare tranne di incontrare lei, con quel buffo cappello.In quel solo momento, in quell’istante, aveva deciso che quella piccola figura era intelligente e interessante. Senza nemmeno averci scambiato una parola. Così si avvicino e oscurò il suo amico alto quasi due metri. Lo scansò semplicemente parlandogli sopra e introducendosi “Ciao, mi chiamo Pablo. Ti sta bene il cappello!”. Parlarono e lui non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra. Se li sarebbe fatti mangiare e avrebbe continuato a lasciarla parlare con la bocca piena.
Quando lei cominciò a salutare per rientrare a casa, anche lui cominciò a congedarsi e, nonostante lei abitasse accanto, le offrì un passaggio “ma tu abiti da tutt’altra parte, dovrai fare il giro!”. Non sarebbe stata la prima volta che l’avrebbe sentito dire, e mai le diede occasione per smettere di dirlo.
Un cappello di ricordi
01 Set 2012 1 Commento
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