Lettera per il tuo matrimonio – oltre dodici righe


Ammetto che la notizia non poteva cogliermi impreparato. Non doveva. Eppure lo ha fatto. Ti scrivo dopo mesi che l’ho saputo perché il mondo è piccolo e la gente sbraita senza discrezione e puoi tapparti le orecchie quanto vuoi, ma quello che non vuoi sapere lo saprai. E accade comunque. Ammetto che la mia ipotesi peggiore era che i nostri figli ipotetici, nati da compagnie diverse, avessero un giorno giocato assieme e si sarebbero potuti innamorare. E avere quello che non abbiamo avuto noi. Ammetto invece che avrei preferito rimanere solo piuttosto che vederti prendere cura di qualcuno che non avrebbe indicato me come padre e diventarne solamente un parente acquisito. Ammetto che pensavo fossimo un po’ come quelle onde che mi stanno proprio ora di fronte: per chissà quanto tempo stanno a chilometri e chilometri di distanza, poi si avvicinano, si incontrano, si scontrano, si uniscono, vanno fino a riva mano nella mano e si perdono nuovamente nello spazio infinito degli oceani per chissà quanto altro tempo. Ma sempre e comunque si incontrano, scontrano e riuniscono. Invece ti sposi. Pensa che smacco sapere da altre persone che non ha il mio nome ma ha lo stesso colore dei miei occhi. Forse mi sto appellando all’impossibile. Mi arrampico ad uno specchio senza corda di sicurezza, per poi cadere di schiena e rialzarmi a fatica come sempre. Dirai tanti sì davanti ad un interrogatorio. E un gallo canterà tre volte. Chissà che gusto avrà quella torta, che sapore quel brindisi e quelle labbra umide di spumante sigillate da una promessa, che si sfiorano e un po’ assaporano il retrogusto di storie passate. Tra cui la mia con te. Sarà un retrogusto amaro? Sarà dolce per averci messo un anello e non una pietra sopra? Non è poi così rilevante per chi come me osserva tutto questo senza volerne essere partecipe. Ti auguro il meglio fino al secondo prima di quel “sì”. Perché quel meglio credo ancora di essere io. Sono presuntuoso, mi spiace. E dopo quel secondo, la tua felicità non sarà più affar mio. Ma spero tu lo sia. Felice, non affar mio. Forse la cosa più grande che un giorno potrò imparare è amare e lasciare andare. Ma fino ad allora: congratulazioni.

Sono più di dodici righe, so che avrete pazienza 🙂 Playlist aggiornata con un pezzo molto adatto 😉 Buon ascolto!

55 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. effefrancesca
    Set 10, 2015 @ 00:16:41

    “…pensavo fossimo un po’ come quelle onde che mi stanno proprio ora di fronte: per chissà quanto tempo stanno a chilometri e chilometri di distanza, poi si avvicinano, si incontrano, si scontrano, si uniscono, vanno fino a riva mano nella mano e si perdono nuovamente nello spazio infinito degli oceani per chissà quanto altro tempo. Ma sempre e comunque si incontrano, scontrano e riuniscono. Invece ti sposi.”

    Curi, Curi!!! Si rimane attoniti quando, nella speranza che non giungano mai, arrivano notizie aspettate. Che proprio non ce la facciamo a mettercela via. Non vogliamo accettarlo.
    Tu comunque non ne esci sconfitto. No. Sei lì, a testa alta, tu, sopra un gradino chiamato orgoglio.

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 00:20:14

      Eh sì, da certe notizie non si può sfuggire. Penso che chiunque si trovi a scrivere o pensare qualcosa di simile si sente forse “in ritardo” su quello che poteva dire e fare. E un po’ sconfitto sì. Grazie per le tue parole e per aver trovato qualcosa di buono in un post che ero sicuro suscitasse solo amarezza 😉

      Rispondi

  2. Patrizia M.
    Set 10, 2015 @ 01:29:11

    Una lettera che colpisce, che racchiude tutte le speranze svanite con quel matrimonio inaspettato e lascia l’amaro in bocca, Ma c’è anche tanta dolcezza, come la parate dove le onde rappresentano le mani. Mi è piaciuta tantissimo!
    Saluti e serena notte. Patrizia

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    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:27:33

      Ciao Patrizia! Grazie mille son contento ti sia piaciuta! Si raccolgono sensazioni e sentimenti contrastanti in situazioni come queste. Forse a prima lettura prevale l’amaro, ma in fondo qualcos’altro resta 😉

      Rispondi

  3. gelsobianco
    Set 10, 2015 @ 03:53:56

    Bella bella, Curi. Oh sì. Mi piace.
    Questa lettera dolce, amara e sincera.
    “Forse la cosa più grande che un giorno potrò imparare è amare e lasciare andare.”
    Oh sì, è qualcosa che bisogna imparare a fare con grande umiltà.
    E lasciar andare non vuol dire dimenticare, oh no, è proprio “lasciare andare”.
    Splendida anche l’accoppiata con il pezzo musicale. Oh sì sì.
    Grazie, mio caro amico.
    Un sorriso vero vero per te
    gb
    Torno da te appena riesco.

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:29:56

      Cara gb è bello ritrovarti da queste parti, lo sai 🙂 E’ davvero difficile amare e lasciare andare, che in realtà potrebbe anche voler dire lasciare liberi. Ed essere liberi anche sè stessi. Chissà 🙂
      grazie di cuore per le tue parole!

      Rispondi

      • gelsobianco
        Set 12, 2015 @ 03:39:53

        Non è facile amare se stessi e, di conseguenza, amare nel modo giusto un’altra persona.
        E amare se stessi… Oh se sapessi davvero come amare me stessa nel modo più giusto.
        Siamo piccoli uomini, Curi.

        Ancora bravo.
        gb
        Grazie.

      • Curi
        Set 12, 2015 @ 11:27:14

        Parte tutto da questo: saper amare se stessi, sono d’accordo 😉 e si spera di impararlo e sono certo che anche tu lo sai fare 🙂
        Grazie mille gb!

  4. tachimio
    Set 10, 2015 @ 07:49:39

    Una lettera che sa molto di poesia, dove l’immagine di quelle onde che vanno e vengono, s’incontrano, si scontrano è bellissima. La conclusione non è cedimento al dolore ma un restare in piedi con coraggio per ricominciare. Molto bravo, come sempre. Isabella

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:32:29

      Ciao cara Isabella! intanto voglio ringraziarti per l’apprezzamento 🙂 poi, beh, sono felice che tu abbia trovato del coraggio per ricominciare in queste parole da cui era difficile trovarne. Però è bello sapere che trasmette anche questo 😉 grazie!

      Rispondi

      • tachimio
        Set 14, 2015 @ 22:01:40

        Sì, penso che il bello di un racconto possa essere anche il fatto di suscitare in chi legge le più diverse interpretazioni. E’ il mistero della mente umana, ognuno vede cose e ha sensazioni diverse. E qui sta il bello.Un abbraccio. Isabella

  5. Lorena
    Set 10, 2015 @ 08:39:22

    Toccante. E in qualche modo condiviso.

    Rispondi

  6. arsomnia
    Set 10, 2015 @ 08:54:38

    Uno scritto che suscita differenti emozioni al lettore. Intanto, tocchi di poesia che non passano certo inosservati e regalano immagini che fanno bene all’anima, poi l’amarezza in certi passaggi, un probabile riscontro nelle proprie percorrenze affettive, un rammarico che può essere condiviso e, infine, ciò che l’esperienza insegna: amare vuol dire anche lasciare andare. Ed è come un cerchio che si chiude nella consapevolezza dei propri sentimenti.
    Bravo come sempre 👏🏻
    Un abbraccio da Ars

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:34:37

      Ciao Ars! Che dire, hai fatto veramente un prospetto bellissimo di questo mio pezzo. Non la chiamo analisi perché mi piace sempre che sia un’immagine del lettore che non è per forza ciò che volevo dire io. Ma posso forse dirti che… ci si avvicina? 😉 grazie davvero, mi hanno fatto davvero piacere.

      Rispondi

  7. Silvia
    Set 10, 2015 @ 08:57:53

    L’amarezza c’è sicuramente per il contesto, ma il post è stupendo e penso che sia sempre molto difficile lasciar andare, soprattutto in casi come questo.
    Buona giornata 🙂

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:35:37

      Silvia Silvia, sei troppo buona! 🙂 l’amarezza è la cornice e un po’ la linfa di questo post, ma forse qualche cosa la può “insegnare” – lo metto umilmente tra virgolette 🙂
      un bacione

      Rispondi

  8. ccesare
    Set 10, 2015 @ 09:41:35

    AMORE… Amore… quanti delitti di volontà commessi in nome di questa parola, quanti slanci di generoso egoismo e di ostinate presunzioni, quante onde ingoiate annaspando in un mare che ti risucchia nel fondale. Facile dire, suggerire, pontificare, moraleggiare quando non si è parte indissolubile di qualcosa che fa parte di te, dei tuoi respiri, del tuo cibo, dei tuoi pensieri, della tua voglia di vivere. Quando lo strappo che ti lacera l’anima è invisibile alla ragione e il dolore abbatte il raziocinio è come subire un’amputazione e credere di avere ancora quello che ti manca. Tutti siamo stati su quella spiaggia a farci cullare dal mare calmo con in mano la luna e le stelle, tutti siamo stati travolti da quelle onde affascinati dalla loro potenza, desiderosi di esserne travolti e convinti di poterle domare e tutti abbiamo lasciato unghiate sulla superficie di un vetro invalicabile, ma tu sai dirle queste cose meglio di chiunque. Cribbio ho fatto 12 righe!

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:37:02

      L’amore struggente che ti spezza in due, tre, mille pezzi. Quell’amore sentito, forse a volte troppo ed eccessivo. Può essere eccessivo l’amore? Chissà 🙂 Ma essere travolti da questi sentimenti non lascia mai indifferenti. Io le dico per come posso, e tu direi che sai esprimerle meglio di me 😉 dico davvero e hai fatto 12 righe! grande! 🙂
      grazie di cuore, commento veramente bellissimo

      Rispondi

  9. diamanta
    Set 10, 2015 @ 10:50:16

    oltre dodici righe… davvero qualcosa per te che muove centinaia di parole

    Rispondi

  10. mondidascoprire
    Set 10, 2015 @ 11:31:13

    Vero, come dice Isabella è un testo poetico. E’ ha dentro tutti i pensieri, i sentimenti e le emozioni dell’amore assoluto, quell’amore che emerge quando ci innamoriamo. La contraddizione della realtà è una ferita ma apre alla consapevolezza che non è l’uomo fautore dell’amore assoluto, ma un Altro che lo genera per richiamare la sua presenza e offrire poi il vero aiuto a viverlo con gli altri. Un abbraccio e complimenti! 🙂

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:38:32

      Si può amare una persona, ma diciamo che l’amore completo, come dici tu, è quello tra due o più che si arricchiscono. Forse qui manca qualcosa o qualcuno, ma a volte si pensa che basti a sè stessi. E può essere tardi 😉
      grazie mille!

      Rispondi

  11. bigetto
    Set 10, 2015 @ 14:35:39

    una bellissima forma di gelosia …..

    Rispondi

  12. newwhitebear
    Set 10, 2015 @ 16:11:46

    Ora se lei ha preferito un altro, ce da farsene una ragione. Se l’hai saputo per altre vie, forse un retrogusto amaro c’è.
    La vita continua.

    Rispondi

  13. fulvialuna1
    Set 10, 2015 @ 19:01:08

    Per forza ci volevano più di dodici righe per spiegare tutto questo romantico dolore. Bella, soprattutto per le immagini che hai saputo creare, come un pittore.

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:40:26

      Grazie fulvialuna 🙂 come dicevo, a volte ci vogliono più di dodici righe, ma sapevo che avreste capito 😉
      grazie mille, nella realtà sono un pessimo disegnatore ma almeno con le parole me la cavicchio 🙂

      Rispondi

  14. alicejaneraynor
    Set 10, 2015 @ 20:28:58

    Lettera molto interessante, intensa, che comprende gelosia, un leggero risentimento ma anche un sentimento di un appartenenza ormai sfumata.
    Davvero molto bella e triste 🙂

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 20:41:12

      ciao alice!
      comprende le cose che hai detto, come potrei contraddirti 😉
      grazie mille, son contento che ti sia piaciuta!
      un bacio,
      curi

      Rispondi

  15. ehipenny
    Set 10, 2015 @ 22:45:31

    Una lettera bellissima, saranno più di dodici righe ma ne vale sicuramente la pena… È un testo pieno di poesia, di amore, di dolore… e di immagini che fanno da sfondo e da protagoniste assieme 😉 Mi piace, complimenti 🙂

    Rispondi

    • Curi
      Set 10, 2015 @ 22:47:08

      ciao ehipenny! 🙂 sono contento che sia valsa la pena anche per voi lettori superare le solite dodici righe ,) grazie per l’apprezzamento, di cuore.

      Rispondi

  16. Silver Silvan
    Set 11, 2015 @ 02:06:26

    Boh, l’ho pure riletto, ma non mi piace per niente. Sa di finto.

    Rispondi

  17. babyduckling
    Set 11, 2015 @ 10:43:16

    E’ un post bellissimo e credo che penserò la stessa cosa io quando si sposerà il mio ex. Che per un gioco strano della vita un mese e mezzo fa mi raccontava che era ancora alla ricerca della sua principessa.Ho capito il problema, forse dovrebbe smettere di cercare la scarpetta di cristallo e trovarsi una donna vera, dato che desidera sposarsi.

    Rispondi

    • Curi
      Set 11, 2015 @ 19:02:00

      Un gioco davvero strano, che coincidenza 🙂 chissà chi e quando troverà qualcuno e cosa ti susciterà davvero, magari sarà diverso o forse no ,)
      Grazie per l’apprezzamento!

      Rispondi

  18. Silver Silvan
    Set 11, 2015 @ 19:35:38

    Sdrammatizziamo.

    Rispondi

  19. Silver Silvan
    Set 11, 2015 @ 20:01:56

    Dedicata ai commentatori affranti di professione. Sob sob.

    Rispondi

  20. Silver Silvan
    Set 11, 2015 @ 20:53:39

    Continuiamo a sdrammatizzare con la famiglia felice in vacanza.

    https://m.youtube.com/watch?v=YF860iFu9Rg

    Rispondi

  21. Silver Silvan
    Set 11, 2015 @ 21:48:21

    Rispondi

  22. Cuore di tenebra
    Set 12, 2015 @ 01:32:40

    Di più uguale a straparlare! Scherzi a parte, complimenti per l’articolo e per il blog in generale 🙂

    Rispondi

  23. gelsobianco
    Set 12, 2015 @ 03:34:32

    Sono tornata a rileggere le tue… più di dodici righe.
    Oh sì. Sì, con piacere.
    E a sentire insieme la canzone che hai scelto.
    Buon sabato, Curi.
    Sai che torno.
    🙂
    gb

    Rispondi

  24. johndscripts
    Set 19, 2015 @ 14:14:30

    Pensieri un po’ contorti… ma chi di noi non lo è?
    Un saluto, a presto…

    Rispondi

  25. sherazade
    Ott 04, 2015 @ 10:15:51

    ….infatti più di dodici. Sorpresa , regalo ( un po triste) domenicale.
    Perché è terribilmente vera l immagine delle onde , il loro abbracciarsi, camminare insieme e perdersi mentre noi rincorriamo il momento del ritorno.
    Sherabbraccioalsaporediteallamela

    Rispondi

  26. passoinindia
    Ott 08, 2015 @ 13:54:59

    Triste e nostalgico. La vita che va….

    Rispondi

  27. Robert
    Lug 25, 2016 @ 16:30:11

    Questo post mi riporta ad un pensiero che facevo tempo fa, quando qualcosa del genere capiterà anche a me prima o poi. Quindi lo sento un po’ come mio, perché probabilmente farei la stessa cosa, scriverei qualcosa davanti al mio amico mare. E avrei da scrivere 3000 domande a cui, puntualmente, non darò una risposta soddisfacente. A volte mi viene la tentazione di provare a forzare le cose, di riportarle a come erano. Poi però capisco che non dipende solo da me, che non posso fare molto. Eccetto scrivere. Perché almeno quando scrivo, le cose vanno come voglio io.

    Grazie per questa perla, tra le tue tante.

    Rispondi

    • Curi
      Lug 31, 2016 @ 21:53:32

      Ti capisco perfettamente caro Robert, non potrei aggiungere altro (anche perchè sono andato molto oltre già con il post 🙂 )
      grazie di cuore !

      Rispondi

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