Sbarazzarsi di me, del ricordo che hai di me, è facile a dirsi e a farsi: ho commesso tanti sbagli, ho più difetti di quanti ne possa avere l’uomo peggiore con cui pensavi di stare insieme.
Lo so che è così, che ci hai sbattuto la testa mille volte: su quanto avresti voluto che migliorassi, col mio potenziale infinito e mai sfruttato.
Per paura, pigrizia o chissà cosa mi potesse mai passare per la testa che non fosse allineato con il tuo modo di vedere la vita.
Sulle influenze che potevo avere sulla tua gioventù in fiore, brillante di paillette, ricchi premi e cotillon che stonavano con i miei percorsi, che disegnavo ancora come montagne da elettrocardiogramma degne delle abilità artistiche di un bambino dell’asilo.
Sicuramente oggi hai accanto chi è riuscito a entrare nello stampino originale.
Quello che avevi disegnato per me, e in cui non sono mai riuscito a entrare, pur provandoci con compromessi e promesse che si sono rivelate vaghe e deleterie.
A me sta bene avere il record di occasioni sfumate. Perché sono quelle che il tuo cuore – che comanda oltre il tuo cervello e la tua razionalità fasulla – farà fatica a dimenticare.
E quando ti tornerò in mente – anche se con disprezzo – non potrai nascondere il sorriso per quelle poche ma intensissime e ineguagliabili sensazioni che ti ho fatto provare.
E nessuno, al diavolo l’umiltà, potrà mai farti provare.
Ma, allora, se è davvero così: perché sono solo io dei due quello che ricorda ancora?
