Alla stazione, due ragazzi si salutano.
Non parlano. Si stringono in un abbraccio che sembra non finire mai, il mento poggiato sulla spalla dell’altro.
Gli occhi persi nel vuoto, a volte chiusi, come se bastasse non vedere per non sentire l’assenza che sta per arrivare.
Si salutano così, come un foulard strappato via dal vento da un collo ancora caldo.
Come la promessa di un “per sempre” che resiste, ostinata, anche mentre tutto cambia.
Un gesto lento, una mano che saluta attraverso il vetro.
Quel finestrino, ora, è una prigione sottile: separa senza rumore, ma pesa.
Si scrivono, ridono, si rincorrono nei messaggi — ma non è lo stesso.
Aspettano il prossimo giro.
Perché no, non è un addio.

Mag 04, 2025 @ 16:27:29
❤
Mag 04, 2025 @ 16:32:12
Grazie :))