Quella sera che ti portai a cena fuori, non avevo un’idea precisa dei tuoi gusti. Pesce, carne, frutta e verdura, dolce, salato. Scelsi un posto carino che conteneva un po’ di tutto e speravo con tutto me stesso che i miei piatti non fossero piccanti. Sia perché la mia sudorazione per l’emozione era ad alti livelli. E sia per. Beh, basta questo. Mi nascondevo dietro il menu, sperando che scegliessi me tra le varie opzioni, che volessi rischiare prendendo un universo a te sconosciuto, con un passato da raccontare e un futuro da scrivere assieme. E da raccontarci come passato in un futuro ancora più lontano. Ti limitasti ad ordinare un solo piatto inizialmente. Ché non si sa mai. Ci saremmo conosciuti un piatto alla volta, piatto dopo piatto. Parlavo io e mangiavi tu, mangiavo io e parlavi tu. Fui felice di vedere che arrivasti a scegliere il dessert e che, all’uscita del locale, mi dicesti “In realtà, non sono ancora sazia” “Neanche io”. E sapevo che, come me, non parlavi del cibo.
Gen 18, 2017 @ 22:16:52
sempre molto dolce 🙂
Gen 18, 2017 @ 22:42:41
galeotto fu il menù. L’hai conquistata col palato.
Gen 19, 2017 @ 13:52:20
a quanto pare ! 😀
Gen 19, 2017 @ 21:29:16
un sorriso
Gen 19, 2017 @ 10:34:23
Daiii è così sfacciata la tua protagonista. Dalle tue parole si avverte la trepidazione del primo incontro uno stato d’animo ormai dimenticato. Che tristeee 😦 Ciaoo sempre belle le tue dodici righe 🙂
Gen 19, 2017 @ 13:51:56
L’interpretazione del non essere sazi può essere riferito alla conversazione 🙂 nei miei pensieri non era sfacciata, ma anche questa visione direi che ci sta! 😀
grazie!
Gen 19, 2017 @ 17:03:11
Caspitina sono proprio sicula 🙂 Penso subito male, mnnaggia 🙂 Sei, comunque, il mago del doppio senso. Bravo il mio amico Curi 🙂
Gen 19, 2017 @ 13:39:06
Ho letto le regole. Mi sembrano corrette e indici di un malcostume con il quale di certo ti sei scontrato anche tu. Il tuo racconto potrebbe essere circoscritto ai due paragrafi centrali quelli che iniziano con ” Mi nascondevo dietro il menu…” e terminano con “un futuro da scrivere assieme.” Il resto è un corollario non aggiunge nulla. Però il concetto di base delle dodici righe mi sembra interessante.
Gen 19, 2017 @ 13:48:56
La vita potrebbe essere circoscritta a poche cose in teoria, e il resto sarebbe un corollario 😉 ma nei racconti penso che la lettura personale vada rispettata, perciò va bene anche considerare così queste mie parole.
Spero di beccarti ancora qui!
Curi
Gen 19, 2017 @ 14:17:40
Curi mi sono permesso di esprimere il mio “dubbio” sul corollario convinto di avere un interlocutore adeguato. Non mi sagliavo. La lettura è sempre personale vivaddio, sta lì la magia scrittura-lettura, l”infinito refrain mutevole tra te che scrivi e un altrove che legge e fa sua la tua fatica. Credo che mi ribeccherai
Gen 28, 2017 @ 22:12:05
Sono più che contento di sapere che ti ritroverò ancora qui 🙂 grazie! 😉
Gen 19, 2017 @ 16:32:06
Il dessert non basta mai… 😍
Gen 28, 2017 @ 22:10:57
c’è sempre posto! 😉
Gen 19, 2017 @ 18:42:21
Piatti afrodisiaci… 😉
Gen 28, 2017 @ 22:11:15
eh già 🙂
Gen 20, 2017 @ 00:34:15
Piatto dopo piatto, la signora Sogliola si stancò della sua piatta vita e si fece suora.
Gen 28, 2017 @ 22:10:09
ammazza 😀
Gen 28, 2017 @ 23:39:30
La sua evoluzione della storia è più noir della mia, lo sa, sì? Alla signora Sogliola assassina non avevo proprio pensato.
Gen 26, 2017 @ 16:23:55
Vero… l’amore non si sazia mai. 🙂
Gen 28, 2017 @ 22:09:57
🙂
Gen 27, 2017 @ 00:12:56
Orate pro nobis. Così ci saziamo.
Gen 27, 2017 @ 19:40:46
Davvero stuzzicante, bravo!
Gen 28, 2017 @ 22:09:44
grazie! 🙂